lunedì 1 novembre 2010

Aspettando l'8 Novembre...


Vado via perché a 25 anni ho 2 lauree e nessun lavoro. Vado via perché il cassetto dei sogni è troppo pieno e io non posso pensare di dover smettere di sognare perché qui non ho la possibilità nemmeno di tentare di realizzarli quei sogni. Vado via perché ho la nausea a guardare i tg che enfatizzano la curiosità perversa di chi va a vedere il luogo di un delitto. Vado via perché chi lotta per i propri diritti e lavora onestamente è chiamato “criminale”. Vado via perché qui lo straniero fa ancora paura. Vado via perché mi sento io straniera nel mio paese. Perché qui ti aprono la porta se sei un raccomandato, un faccendiere, un corrotto o corruttibile, un evasore, uno che paga il pizzo o la tangente, uno che sa con quale mano dare e con quale ricevere, uno che crede che la legge non è uguale per tutti, uno che della furbizia ne ha fatto un’arte. Vado via perché c’è ancora troppa gente che, per rassegnazione o disperazione, crede ai giochi di parole, ai sorrisi di chi ha messo in ginocchio questo paese e fa la bella vita, mentre le famiglie si fanno i conti in tasca a fine mese. Vado via perché non sopporto che l’Italia sia solo buon cibo e bei paesaggi, che la democrazia sia qui solo una parola che si studia sui libri di scuola. Vado via perché la libertà non può avere un prezzo, non può essere merce di scambio. Vado via perché mi fa schifo la connivenza dello Stato con le mafie, la puzza non della mondezza di Napoli ma dell’ignoranza. Vado via perché non voglio che questa Italia insegni nulla ai miei figli. Vado via perché l’indifferenza mi soffoca. Vado via perché ormai “inghiottiamo il male e ci strozziamo con il bene”. Ma forse resto. Resto perché mi vengono i brividi quando Monicelli dice che servirebbe una rivoluzione, perché piango quando Benigni racconta l’inferno di Dante, perché mi indigno la domenica sera con i servizi di Report della Gabanelli o di Presa Diretta di Iacona, perché rido con la Littizzetto dopo aver pensato alle parole di Al Gore o di Grossman, perché annuisco con Travaglio, perché no sopporto le urla di Grillo, e apprezzo la pacatezza di Vendola, perché Roberto (Saviano) mi ha aperto gli occhi e mi ha dato un motivo in più per non abbassare mai lo sguardo. Resto perché voglio camminare a testa alta, non lasciar piegare la mia dignità, lottare per il mio futuro e per quello dei miei figli finché ce la farò. Resto perché voglio che questa terra permetta di nuovo di affondare le proprie radici. Resto perché mi hanno insegnato che non è forte colui che non cade mai ma chi, quando cade, si rialza. Resto. Forse.

Nessun commento:

Posta un commento