martedì 30 novembre 2010

I PRESUNTUOSI...


I “PRESUNTUOSI”…
Sono bamboccioni, presuntuosi. Svogliati, perché i bravi studenti sono a casa a studiare mentre in piazza ci vanno solo i centri sociali e quelli fuoricorso. Manipolabili. Disoccupati. Precari. Ricercatori, senza fondi. Emigranti. E stanchi. Stanchi di dover abbassare la testa, di far decidere ad altri il proprio futuro. Stanchi di vedere le proprie tasse universitarie nelle tasche dei baroni o degli istituti privati. Stanchi di credere alla bugie su meritocrazia e abolizione di Parentopoli. Stanchi della mancanza di investimenti e di risorse, dei tagli non solo al portafoglio dell’istruzione ma soprattutto alle possibilità di costruirsi un futuro. Stanchi dei sacrifici che le famiglie fanno per mantenerli all’università, solo per avere un pezzo di carta da incorniciare nell’eterna “cameretta”. Stanchi di normative votate senza coscienza. Di emendamenti che sono ricatti camuffati. Stanchi di chi crede che il potere possa comprare tutto, anche la dignità. Stanchi di essere etichettati. Di sentirsi emarginati in casa propria, nel proprio paese. Come se il libretto degli esami, gli appunti scritti magari seduti per terra perché non ci sono abbastanza sedie nell’aula e coi cappotti addosso, perché non funzionano nemmeno i riscaldamenti, e le pergamene di laurea, fossero solo carta straccia. Poveri illusi di una generazione che non sa fare la “rivoluzione” dei padri, compiacenti dell’ignoranza che cancella  ogni diritto. Sono loro, migliaia di ragazzi e ragazze. Bagnati dalla pioggia, che però non lava via la vergogna di questa riforma. Stanchi. E incazzati.
“Occupiamo-ci del nostro futuro”. Polo di Lettere a Chieti.
E così è.
Ma il ministro Maroni ha blindato Roma. Camionette cariche di poliziotti presidiano Montecitorio, e tutte le vie di accesso. Via del Corso, via della Vite, vie del Gambero, solo per citarne alcune. Le forze dell’Ordine in tenuta antisommossa. Per una manifestazione pacifica nelle intenzioni, impedire di accedere alla Piazza della “democrazia” sembra una provocazione. Striscioni, slogan, cori, un corteo umano che rivendica il diritto di manifestare, di gridare “NO” a una riforma voluta da un ministro che è l’emblema delle macerie in cui si è sgretolata la scuola italiana. Lanci di ortaggi, uova e carta igienica. Fumogeni rossi. Spintoni. Un’esasperazione che ricorda Genova. Una tensione pericolosa se mal gestita. Una rabbia stuzzicata,  per essere strumentalizzata alla prima occasione. La crisi non è solo quella dei conti del Governo. La crisi è culturale, sociale. Forse oltre che scappare per necessità oltre confine, qualcuno vuole restare per togliersi il bavaglio perché..come ha detto ieri Roberto Saviano…non fa paura chi racconta, ma fa paura CHI ASCOLTA!!! E allora orecchie aperte ;)

Urbino: occupato il rettorato;
Cagliari: occupate le facoltà e bloccate alcune strade della città;
Teramo: occupata la radio d`ateneo e assemblea permanente;
L'Aquila: proseguono le occupazioni nelle facoltà; sui tetti “scatole vuote”.
Firenze: gli studenti continuano l`occupazione dei tetti e di Ponte Vittoria;
Genova: 3.000 studenti occupano la sopraelevata;
Pisa: occupata la stazione;
Bologna: 5.000 in un corteo studentesco bloccano l`autostrada A14;
Napoli: 20.000 studenti in corteo;
Lecce: 3.000 studenti in corteo occupano l`anfiteatro romano;
Ancona: occupati i tetti delle facoltà;
Pavia: 2.500 studenti in corteo bloccano le strade della città;
Torino: bloccata la tangenziale;
Parma: bloccata per un’ora la stazione;


Bloccata l’A3 Salerno-Reggio Calabria
Venezia: “siamo tutti nipoti di Mubarak”. Stazioni paralizzate.
Lecce: occupato l’Anfiteatro Romano
Catania: 7.000 studenti
Cosenza: 3.000 bloccano la stazione centrale.
Milano: cortei bloccano le arterie della città per ricongiungersi alla stazione Cadorna;
Padova: 2mila studenti bloccano la stazione, treni dirottati sulla linea per Treviso e Castelfranco;
Palermo: 5mila manifestanti, cori contro il decreto Gelmini e il governo Berlusconi, fumogeni a Piazza Vittorio Veneto;
Udine: presidio con maxischermo per seguire i lavori parlamentari. Sul Municipio campeggia lo slogan “Gli Atenei come Pompei”
Parigi: striscioni contro il ddl Gelmini sull’Arco di Trionfo

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